sabato 7 gennaio 2012

Dodici


Per Walter 'sta cosa dei capelli era sempre stata un problema. Andavamo ancora a scuola e lui già ne perdeva a ciuffi. Erano tempi in cui i pelati non erano ancora di moda e risultava essere un guaio andare in giro senza un’adeguata chioma.
Ragazze nisba, tanto per capirsi.
A 35 anni poi s’è sposato pure lui, quando ormai il fatto di tenere quella testa monda non era più per nessuno un problema, ha trovato una zoccola, l’ha ingravidata e via andare sui binari di una vita solida e accelerata con o senza brio.
Adesso a 50 anni, separato da 2, Walter si è trovato per le mani questa figa di 20 che gliela dà, non gliela dà, gliela darebbe… e s’è di nuovo fissato coi capelli.
È sicuro che con un bel cesto di riccioli in capo si può portare a letto la piccola, e poi chissà magari anche qualche sua amica. E una di vent’anni lui non l’ha mai trombata, manco quando li aveva lui.
Io, Piero e Luca siamo i suoi amici storici e oggi l’abbiamo accompagnato al PalaTrico di viale Europa. Siamo giù, al bar di fronte, ci sorbiamo un caffè intabarrati dentro ai cappotti, aspettiamo.
Il trapianto è un nuovo tipo, ti sparano dentro il cuoio capelluto una milionata di bulbi attraverso un congegno in titanio e silicone a forma di casco.
Un paio d’ore e sei fuori, rinfoltito nel pelo e alleggerito di 15mila euri. Ma i soldi sono l’ultimo pensiero per Walter, adesso. Conta solo la figa giovane, che è il fine. Il capello è il mezzo.
Il Mondo, lo chiamavamo, perché a dirgli pelato s’offendeva, Walter.
Esce dal PalaTrico che nemmeno lo riconosciamo sulle prime. Poi viene verso di noi salutando e capiamo che è lui anche sotto a quella fitta diaspora di boccoli neri. È lui, non c’è dubbio, ma è anche un altro: è la fine del Mondo come noi lo conosciamo.
Sono le 12 e 12 minuti del 21 dicembre, il Mondo cammina a passi rapidi verso di noi, sorride, quando alle sue spalle un bagliore argento e fuoco trafigge ogni dimensione. Ci oltrepassa, ci ustiona, ci acceca, ci spara fuori dal tempo, ci illude, ci rovescia, ci vaporizza e, finalmente, ci annienta.
Sono trascorsi 12 secondi e regna un silenzio gotico.
Solo uno sfrigolare di luminarie, laggiù, da qualche parte.

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