venerdì 13 gennaio 2012

Corto circuito

Vorrei proporvi un piccolo dilemma esistenziale:

Prima che il mondo finisca, mi piacerebbe fare qualcosa per cui essere ricordato.
Sì, ma da chi?

(un minuto di riflessione - per essere sicuri che sia proprio un minuto intero, potete misurare l'inarrestabile scorrere del tempo sul counter, appena "aggiustato" qui affianco)

Ovviamente se per "fine del mondo" intendiamo la fine di tutto la risposta è semplice: da nessuno.
Non sappiamo quando il mondo finirà, ma sappiamo che ci sarà un momento in cui tutto quello che l'umanità ha mai rappresentato sarà spazzato via per l'eternità.

Pertanto ha senso fare qualcosa per cui essere ricordati, se non ci sarà nessuno che potrà ricordarci?

(altro minuto di riflessione)

Restringiamo il campo e respiriamo a fondo.

Tutti siamo destinati a morire.
Se anche non saremo gli ultimi a morire e quindi qualcuno potrà ricordare le nostre gesta dopo la nostra dipartita, noi non verremo comunque a saperlo, perché saremo già morti.

Ha senso, quindi, fare qualcosa per cui essere ricordati anche se ci sarà qualcuno che potrà ricordarci?

(come sopra)

Riduciamo ancora di più l'essenza della questione.

Perché vogliamo essere ricordati? Affinché possiamo essere, in qualche modo, immortali?
Ma dato che, un giorno (anche lontano) tutto avrà fine, ha senso volere essere ricordati?

No.

E se non abbiamo almeno un fine, ha senso fare qualsiasi cosa?


Ontologicamente, no.

Siamo di fronte ad un corto circuito.

O forse no.

Non agiamo per essere ricordati "dopo" la nostra morte, ma quando siamo ancora in vita.
Quando siamo ancora esistenti.
Agiamo affinché gli altri riconoscano che siamo esistenti e che la nostra esistenza è valida.

Agiamo per vanità.

Quindi è la vanità che sorregge l'esistenza. E la figa, ovviamente.

13 commenti:

  1. la vanità della figa sorregge l'esistenza

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  2. E per noi femminuce il pizello no?

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  3. Il figacentrismo raccoglie altri adepti, ordunque

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  4. Interessante questo sistema di risposta per i commenti. Chi lo ha inserito? Me gusta!

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  5. lo ha inserito lo staff di blogger, dopo aver preso visione della manovra

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  6. figa e vanità.... allora è vero che Berlusconi era il meno peggio!

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  7. Non agiamo per essere ricordati "dopo" la nostra morte, ma quando siamo ancora in vita.
    Stra-vero. Ma non credo si tratti di banale vanità: piuttosto è un corollario dell'istinto di sopravvivenza, o un rimedio contro la paura di non essere nessuno, di dover soccombere da soli nella giungla.
    Scusa il commento serioso ma a guardar bene era serio anche il post.

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    1. Il post era serioso, fino a quando mi sono sentito in colpa per la sua seriosità un nano-secondo prima della pubblicazione. Per cui il tuo commento è decisamente gradito!

      Beh, sì, non è solo vanità: più forte della paura di morire (e quindi di non esistere più) è la paura di non essere mai esistiti. Abbiamo bisogno di conferme alla nostra esistenza, anche se - a pensarci bene - il fatto di "percepire" il riconoscimento non dimostra che esistiamo davvero. Ho vaghe reminescenze filosofico-liceali su un tal Fichte, qualcun altro ne ha rimembranza?

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  8. in pratica è tutta una questione di ansia da prestazione
    ps il bianco su nero mi fa vedere il mondo a righe per 1/4 d'ora, potresti ((((per favore)))) cambiare il layout e mettere una scritta al limite grigia

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    1. Che ne dici di così? Comunque ti ho reso amministratrice (non lo avevo fatto ancora per dimenticanza) quindi puoi apportare modifiche direttamente. Penso di inserire una pagina dedicata alla gestione del blog e toglierne qualcuna che finora ha avuto poco successo. Ora vedo come fare. Denghiu.

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